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PAROLE MILONGUERE — il Blog di Maria Caruso

Maria Caruso

MARIA CARUSO - “Una vita da vivere” è il primo libro che ha scritto dopo aver visto il primo cielo a San Felipe in Venezuela ed aver fatto il primo ocho atràs a Pisa. E' in Italia dal 1977 e per tre anni ha abitato in Sicilia. Le piace raccontarsi e raccontare con le parole che le passano per la testa ballando un tango in milonga. Su Facebook è Marina de Caro

​Né carne né pesce

di Maria Caruso - sabato 21 febbraio 2015 ore 16:43

I nostri amici tangheri intermedi sono quelli che stanno nel mezzo, ancora purtroppo anche in mezzo alla pista di ballo, anche se tale livello è frutto di un duro lavoro che può considerarsi però una fase dell’intero processo di apprendimento come fosse in sostanza un parassita prima del raggiungimento della maturità. 

Certamente gli si può riconoscere una discreta conoscenza della tecnica soprattutto teorica e un buon repertorio di passi e di sequenze. Ha tuttavia una connessione a corrente alterna e pertanto ogni tanto si disconnette dalla compagno/a e lo ritroviamo a ballar un assolo. Non ha creatività e ognuno si limita a fare quel che sa senza ancora saper utilizzare al meglio la gamba libera per gli adorni ed eventuali “sciccherie” considerando il lapis solo un oggetto con il quale scrivere. 

Non sanno stare in un abbraccio chiuso poiché la postura non è corretta limitandosi ad asserire: “Non c’è spazio!!!”. Non si ricordano mai di variare dall’abbraccio aperto al chiuso e chi audacemente si lancia in questo gesto, spesso perde il tempo musicale. 

La parada e l’ocho cortado diventano cavalli di battaglia specie se ripetuti più volte strappando spesso una risata ilare alla ballerina quando esagerano, ma sottocchio vedi gli uomini sorridere con occhi scintillanti come quelli dei bambini quando gli regalano una caramella. Entrambi i sessi nel giro perdono ancora l’equilibrio e guai a farne tre in fila perché al terzo sono già “ko”.

Qualcuno si lancia nelle sacadas ma è come la ruolette russa, male che vada la donna riceve il colpo alla gamba fortunatamente non da “pronto soccorso”. Chi si cimenta con la barrida o arrastre per i più terra terra, sembra abbia la gamba di legno o ingessata e la donna a volte necessita di una gru per sollevarla tanto diventa pesante e carica di peso. In chi osserva la domanda sorge spontanea: “Chi è il colpevole?”. “La marca sbagliata dell’uomo o la postura errata della donna?”. “Questo è il dilemma!”. 

Le donne poi abortiscono i bolei e le gambe nelle volcadas non riescono ancora ad eseguire un disegno perfetto come richiesto alle brave tanghere. Il sandwich per ora lo mangiano e la maggior parte non sa nemmeno di che si parla senza considerare che il tango vals e ancor di più la milonga non è alla portata di tutti e quindi spesso approfittano per andare in bagno o per fumare una sigaretta. 

Piccolo dettaglio duro a morire la guida di testa per gli uomini come fossero tori e le scappatelle delle donne quando non aspettano la marca e vanno per conto loro. La fase intermedia dura molto e a seconda dei casi addirittura rimane tale per tutta la vita in primis in base alla scelta personale del tanghero/a e talvolta perché più di lì non si va nonostante impegno e costanza… Così è il tango!

Maria Caruso

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